Le meduse sono bellissimi e affascianti animali marini diffusi in tutti i mari e in tutti gli oceani del mondo.
La loro origine è antichissima e il loro numero è in costante aumento, per via di due fattori:
1) L’inalzamento della temperatura delle acque terrestri non arreca danno alle meduse, che anzi ne giovano per il loro ciclo riproduttivo.
2) La pesca eccessiva sta riducendo di molto le specie ittiche che si nutrivano di meduse e quindi queste non hanno un freno alla loro proliferazione.
Ma perché le meduse “pungono”?
Cominciamo col dire che, nonostante tale forma linguistica prevalga nella parlata comune, queste creature non pungono, non pizzicano né tanto meno mordono: la sgradevole, e spesso dolorosa, sensazione che proviamo quando incappiamo in esse è originata esclusivamente dal contatto con i loro tentacoli e, più in particolare, con le cellule che li rivestono. Quando tali cellule “sentono” il corpo estraneo che le sta sfiorando attivano immediatamente un meccanismo di difesa basato su filamenti urticanti che vengono proiettati esternamente, verso la superficie individuata come “nemica”: attraverso tali filamenti le meduse inoculano il proprio veleno urticante che uccide le prede o, eventualmente, funziona per difenderle dagli attacchi. La sostanza rilasciata ha effetto paralizzante ed infiammatorio.
Per gli uomini, il contatto con tale veleno si traduce in dolore e bruciore, infiammazione, eritema, vescicole e gonfiore: sempre ammesso che la medusa in questione non appartenga alla specie Chironex fleckeri o più volgarmente CUBOMEDUSA. Questa medusa che si trova nei mari tropicali infatti è letale per l’uomo.
Ma da cosa è composto questo veleno?
Lo scopri il Premio Nobel Charles Robert Richet che individuò le tre proteine e le classificò come:
Ipnotossina, Talassina e Congestina.
L’ipnotossina ha effetto anestetico, quindi paralizzante.
La talassina ha un comportamento allergenico che causa una risposta infiammatoria.
La congestina paralizza l’apparato circolatorio e respiratorio.
COSA FARE se si viene colpiti ?
✅Se si è al largo e si viene sfiorati da una medusa con il conseguente bruciore che è effetto di questo contatto, la prima cosa da fare è avvicinarsi alla riva e uscire dall’acqua.
✅La seconda cosa da fare è lavare la zona interessata con l’acqua di mare. Sì, avete capito bene: non sciacquare con acqua dolce (che favorisce la rotture delle nematocisti, che contengono le sostanze urticanti delle meduse) ma usare l’acqua salata, in grado di diluire le tossine.
✅Poi è bene cercare di staccare dalla pelle i filamenti che potrebbero essere rimasti attaccati alla nostra pelle
❌ Non è vero che fa bene applicare urina, ammoniaca o ghiaccio sulla puntura. Non solo non fanno bene, ma potrebbero anche peggiorare la situazione infiammando la zona interessata.
✅Utile invece spalmare sull’area colpita della crema astringente a base di cloruro di alluminio. Il Gel va applicato il prima possibile dopo il contatto con la medusa e riapplicato più volte fino alla scomparsa del prurito.
Ma la cosa migliore come sempre è la prevenzione, quindi evitate di fare il bagno se si avvistano numerosi esemplari in quella zona e guardatevi sempre intorno quando siete in acqua.
Fonte: Pharmabook